Il Pratuccio

Il progetto scaturisce dalla lettura del territorio e del contesto, anche paesaggistico, di Bagnolo e tiene conto dello sviluppo del centro abitato. Le linee guida della progettazione volumetrica e spaziale del complesso del Pratuccio, mirano alla flessibilità e chiarezza programmatica ponendo l’attenzione su tre principali interventi: l’edificio esistente, la cerniera o edificio di connessione e l’estensione. L’edificio esistente viene ripensato demolendo la copertura ed il piano terzo, poiché strutturalmente compromessi. Il piano terra ed il piano primo vengono svuotati dalle tramezzature, le aperture di progetto sono strutturate per permettere un utilizzo ottimale e dinamico degli ambienti. Al piano terra sarà installata una cucina con la finalità di impiantare un’attività di ristoro capace di soddisfare le richieste di chi lavorerà nell’edificio e dei cittadini in modo che possano usufruire della zona pubblica. Questo livello è stato progettato come uno spazio fruibile da tutti gli abitanti, un tappeto urbano, molto permeabile ed aperto, attraverso il quale è possibile raggiungere il parco e l’area a sud verso gli impianti sportivi. Al primo piano invece, le tramezzature vengono demolite per dare spazio a un grande open-space, una superficie flessibile, capace di accogliere diverse disposizioni lavorative. All’ingresso viene inserito un montacarichi per permettere l’abbattimento delle barriere architettoniche ed il trasporto di materiali utili allo svolgimento delle attività. Il nuovo intervento si manifesta tramite il ridisegno dei prospetti su fronte strada, che rappresentano un vero e proprio elemento urbano, capace di rimanere integrato al contesto del Bagnolo, che è caratterizzato da edifici con grandi aperture al livello stradale, le quali erano utilizzate per attività come forni, spazi commerciali, mulino. Semplice nelle forme e nelle proporzioni, la cerniera permette la transizione programmatica ed architettonica tra l’edificio esistente e la nuova costruzione che si protende verso il parco. Al suo interno è stato inserito il blocco dei servizi sanitari, con un bagno accessibile ai disabili sia al piano terra che al piano primo. L’accesso alla cerniera è previsto anche dal parco, attraverso una porta che dà sulla piazzetta antistante l’edificio e che permette di usufruire dei servizi igienici indipendentemente dall’apertura dell’intero edificio al pubblico. Questo volume è rivestito in facciata da materiale riflettente al fine di integrarsi il più possibile all’interno del parco. Il nuovo edificio, si sviluppa in stretto contatto con il parco, al suo interno, ricalcando l’impianto della vecchia falegnameria. Connesso direttamente all’immobile esistente tramite il blocco “cerniera”, si presenta come volume trasparente, con la volontà di risolvere senza soluzione di continuità la distinzione tra spazio interno e spazio esterno, permettendo di sfruttare appieno il potenziale del parco. Le generose aperture vetrate sono riparate dalle numerose folte chiome degli alberi esistenti, dagli aggetti del marcapiano e della copertura, questi ultimi due elementi sottolineano l’orizzontalità della scansione dell’edificio, mentre i pannelli dettano il ritmo verticale della trama della facciata. Nel nuovo edificio invece, si è lavorato sul gioco complesso di trasparenze, in cui i confini tra esterno ed interno restano un po’ ambigui, lasciando al fruitore del parco la possibilità di intravedere cosa succede all’interno, mentre chi sta lavorando gode di una vista privilegiata sul parco.